Grotte di Borgio Verezzi

 

Le Grotte di Borgio Verezzi furono scoperte soltanto nel 1933.

Seguendo la via dell’acqua, nel 1933, tre ragazzi di Borgio entrarono nella prima sala di una nuova grotta, dove scrissero col fumo delle candele la data ed i loro nomi: Lillo, Tito e Valentino.

Nessuno si rese conto dell’entità della scoperta fino al 1951, anno in cui Giovanni Dentella, alla guida del Gruppo Speleologico Ingauno iniziò l’esplorazione sistematica della grotta, trovando un complesso di sale e gallerie che si snoda per alcuni chilometri al di sotto dell’abitato di Borgio. Sarà lo stesso Dentella, colpito dalla straordinaria bellezza di quel mondo sotterraneo, ad ideare e realizzare il percorso turistico inaugurato nel 1970.

Ricchissime le concrezioni di ogni forma: dalle cannule , esili e quasi trasparenti, ai drappi , sottili come lenzuoli, alle grandi colonne che sembrano sostenere la volta fino alle stalattiti eccentriche, che sfidano la forza di gravità sviluppandosi in tutte le direzioni.

I colori dei minerali: bianco, giallo e, rosso, fanno delle Grotte di Borgio Verezzi la grotta turistica più colorata d’Italia.
Di straordinaria importanza sono anche i reperti ossei trovati in diverse parti della cavità.

Databili tra i 500.000 ed i 750.000 anni fa, comprendono resti di varietà ormai estinte di animali adatti a vivere in climi caldi (rinoceronte, elefante, tigre, coccodrillo, macaco, tartaruga) e freddi (orso, mammut, cervo, stambecco, cavallo), testimoniando l’alternanza tra periodi glaciali e non che ha caratterizzato gli ultimi due milioni di anni di vita del nostro pianeta.